Tanti segnali incoraggianti, lo spettro della deflazione e l’incognita dell’Ucraina. Sono questi gli elementi principali che emergono a proposito della ripresa nella zona euro.
Prima le buone notizie: a febbraio l’indice sugli acquisti alle imprese è salito a 53,3 punti, ai massimi da oltre due anni e mezzo.
Certo, potrebbe obiettare qualcuno, si tratta solo di un indicatore del clima che si respira nelle aziende, non di dati reali. A quelli ci pensa la seconda stima del prodotto interno lordo, confermato al +0,3% nell’ultimo trimestre del 2013.
Aggiungiamo lo scatto delle vendite al dettaglio di gennaio, che cancellano un brutto dicembre con un solido +1,6%, ed ecco spiegato l’ottimismo degli analisti per l’inizio del 2014.
La palla passa ora nel campo della Banca centrale europea, che dovrà decidere se effettuare nuovi interventi di politica monetaria.
Rimane, infatti, il problema della bassa inflazione: a febbraio potrebbe essere salita leggermente allo 0,8%, ma siamo lontani dall’obiettivo del 2% e il timore (che potrebbe essere confermato dalle previsioni per il 2016) è che rimanga così a lungo.
E ancora, dicono gli esperti, c‘è da valutare l’impatto sulla crescita di un’eventuale escalation in Ucraina tra Stati Uniti ed Europa da una parte e Russia dall’altra.