L’Unione Europea potrebbe imporre un embargo delle armi e ricorrere ad altre “misure mirate” contro la Russia, se questa non contribuirà ad una soluzione pacifica della crisi e porrà fine alle azioni militari in Crimea.
È quanto è emerso dal vertice dei ministri degli Esteri europei, che si è tenuto nella capitale belga.
“Vogliamo vedere rientrare quelle truppe che dovrebbero stare nelle basi, secondo gli accordi con l’Ucraina. Preoccupano seriamente le notizie di ricognizioni aeree, di uomini armati che si spostano. Penso che sia chiaro che vogliamo che la situazione rientri”, ha detto il capo della diplomazia europea Cathrine Ashton, che martedì incontrerà a Madrid il ministro degli esteri russo Lavrov.
Il messaggio chiaro è che, se la Russia deciderà di rimanere sulle sue posizioni, quelle vaghe “misure mirate” di cui si parla nel documento finale del vertice, potrebbero essere definite e stabilite già giovedì, quando a Bruxelles si terrà un summit straordinario sull’Ucraina dei capi di Stato e di Governo.
“Venticinque anni dopo la fine ‘dell’era dei Blocchi’, si ripresenta un reale pericolo di scissione in Europa. Il messaggio deve essere molto chiaro, nei confronti della Russia e delle sue attività militari, che sono del tutto inaccettabili, e nei confronti del governo ucraino, perché rispetti i diritti delle minoranze nella parte orientale”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier.
Tra le possibili conseguenze dell’intransigenza russa l’Unione prevde lo stop ai negoziati per alleggerire la politica dei visti fra Europa e Russia. Su eventuali sanzioni, fortemente volute dalla Polonia, non vi è consenso unanime.
“La Russia ha sempre lo stesso tipo di approccio con i Paesi che facevano parte del suo impero, che non dovrebbero sfuggire ad un certo suo controllo”, ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius.
Bruxelles punta alla costituzione di un “gruppo di contatto”, composto da Unione Euroepa, OSCE, Ucraina, Russia e Onu.