Se la grivnia perde terreno, più a est la moneta russa non sembra passarsela meglio. Mercoledì si è indebolita fino a toccare i 41,8 rubli contro il paniere euro-dollaro, il massimo della forchetta fissata.
Stavolta, però, non c’entrano le tensioni politiche, ma le oscure manovre della Banca di Russia, la quale ha annunciato che, per ogni 350 milioni di dollari immessi sul mercato (in teoria a favore del rublo) 100 saranno comprati dal ministero delle finanze (in pratica, contro).
“Prevediamo un ulteriore calo del rublo nelle prossime due settimane, perché le attuali spinte sono contradditorie. Guardiamo anche alla tattica della banca centrale, molto poco chiara”, spiega Sergey Alin di Nord Capital.
“Continuano a revocare le licenze alle banche commerciali, anche se ora sarebbe meglio non spendere denaro negli interventi, ma solo dimezzare il ritiro delle licenze per qualche mese”, conclude.
Da giugno, quando è approdata a capo della banca centrale russa, la governatrice Elvira Nabiullina ha revocato la licenza a decine di banche.
Un giro di vite contro frodi e riciclaggio di denaro, ma anche un tentativo di fermare la fuoriuscita illegale di capitali come chiesto dal presidente Putin.
La chiusura di così tanti istituti, però, non fa che aumentare il pessimismo dei mercati, i quali sospettano di una manovra svalutativa in atto.