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Sal Da Vinci nel ruolo di Carosone più altri 23 elementi tra artisti e tecnici. Regia di Fabrizio Bancale. Arrangiamenti di Lorenzo Hengeller.
Lo spettacolo andrà in scena il 25 e 26 dicembre 2013, alle 21, al Teatro Palapartenope di Napoli.
Ci sono luoghi in cui vai una volta sola e poi c'è... Napoli. Dice John Turturro all'inizio di quel suo affresco sulla Napoli di ieri e di oggi che è "Passione". Mutuando la sua frase potremmo dire che ci sono canzoni e cantanti che ascolti una stagione sola e poi c'è... Carosone e il suo canzoniere, più attuali ed emozionanti che mai, anche mezzo secolo dopo.
L'americano di Napoli ha innovato, contaminato e sperimentato costruendo qualcosa di completamente nuovo, ma nel solco di una tradizione grandissima, e capace di aprirsi al mondo: la canzone di una città conquistata da mille popoli è per definizione canzone contaminata. CantaNapoli, città aperta. Carosone si diploma in conservatorio, ma esordisce al servizio del grande E. A. Mario e diventa qualcuno, anzi il numero Uno di una musica italiana che voleva voltare pagina iniettando nel suo dna melodico i ritmi del jazz e del blues. Nessun ibrido, per definizione sterile, ma il volo di un pianoforte, anzi di un pianofortissimo.
I versi ironici, da commedia alla napoletana, vabbè all'italiana, di Nisa, e quelli romantici di Bonagura sono suoi complici quanto i tamburi di Gegè Di Giacomo, poeta-fantasista-clown delle percussioni, e la chitarra di Peter Van Wood, virtuoso della chitarra, playboy, astrologo ancora non dichiarato, olandese suonante a Marechiaro.
"Un americano a Napoli" è un musical che non racconta la vita, ma l'arte di Renato Carosone, un musicista eccezionale che ha rivoluzionato la musica italiana lasciando traccia, cosa rarissima dalle nostre parti, sulla scena internazionale. Lo spettacolo è costruito sull'interazione tra presente e passato, attori e musicisti e ballerini in carne e ossa con le immagini d'archivio, proiettate su