Rischio di nuove violenze al voto anticipato in Thailandia

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Si profila un voto anticipato dal risultato scontato in Thailandia, ma le incognite restano molte, a iniziare dalla violenza.

Anche in questa vigilia elettorale i manifestanti anti-governativi presidiano strade e seggi a Bangkok e nel sud del Paese, ormai da tre mesi teatro di disordini che – oltre alle ripercussioni eocnomiche – hanno fatto una decina di morti e centinaia di feriti.

I seggi sono in molti casi bloccati fisicamente dagli oppositori della premier Yingluck Shinawatra, che vorrebbero bandire dalla scena politica.

Secondo gli esperti il voto di questa domenica non risolverà la lotta di potere in atto. Ammesso che si svolga senza disordini gravi, lo stallo potrebbe protrarsi per mesi.

In 28 collegi mancano i candidati – non hanno potuto registrarsi perché i manifestanti li hanno bloccati in fase di registrazione – e saranno necessarie elezioni suppletive.

La Commissione elettorale deve poi sciogliere nodi che rischiano di invalidare il voto.

Altra incognita, il comportamento del Partito Democratico, riferimento dei manifestanti. Il principale partito di opposizione è l’unico sulla cinquantina che presenta candidati a boicottare il voto.

Ma una legge vieta le cariche pubbliche a chi non ha votato nella precedente tornata elettorale.

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