La Russia ricorda l'assedio della città-martire di Leningrado

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Questo 27 gennaio la Russia si è fermata per ricordare. Proprio oggi, 70 anni fa, quando alla fine della guerra mancava ancora quasi un anno e mezzo, le truppe sovietiche riuscirono a far indietreggiare l’esercito di Adolf Hitler. Finirono così 872 giorni di assedio.

Della popolazione della città più grande dell’Urss ne era rimasto solo un sesto: un milione e mezzo di persone erano state evacuate. Oltre 650mila erano morte, per lo più di fame.

Leningrado era fondamentale per Hitler. La città non solo minacciava il fianco sinistro delle truppe naziste ma era importante anche in termini logistici.
Con la sua conquista, i tedeschi si sarebbero impossessati dello sbocco sul mare e di un importante snodo ferroviario.

Il presidente russo Vladimir Putin lo ha ricordato così come lo hanno ricordato i sopravvissuti di quei terribili giorni.

“Mi ricordo dei soldati che marcivano in città e tutti a mandar loro dei baci. Erano in uno stato terribile. Noi bambini li guardavamo vicino alle nostre mamme”, dice una signora.

“Io e mia madre ballavamo ogni giorno dopo la fine dell’assedio. Persino in strada. Mamma si ruppe persino un tacco nel farlo”, aggiunge un’altra.

La linea del fronte passava ad appena 16 km dal centro città. Nonostante i bombardamenti e il blocco, la città continuò a vivere.

Addirittura, in pieno assedio il 9 agosto 1942 si celebrò il primo concerto dell’orchestra filarmonica. Venne eseguita la celebre Sinfonia n.7 di Dmitri Shostakovich, diventata poi il simbolo musicale del blocco della città.

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