Governo siriano e forze di opposizione si sono dati battaglia, a parole, al primo incontro della conferenza di pace di Montreux, in Svizzera.
Quanto a Stati Uniti e Russia, hanno dimostrato di avere posizioni diametralmente opposte sul futuro politico del presidente siriano.
Vi proponiamo alcuni dei passaggi più rilevanti, a cominciare dall’intervento del segretario di Stato americano, John Kerry: “Dobbiamo guardare in faccia la realtà. Il mutuo assenso a un governo di transizione, che è la ragione per cui siamo qui, significa che il governo non può essere formato da una persona che è rifiutata da una parte o dall’altra. Questo implica che Bashar al Assad non farà parte del governo di transizione. Non c‘è alcuna possibilità al mondo che l’uomo che ha represso con tanta brutalità il suo popolo possa riacquistare la legittimità per governare”.
Ahmed Al jarba, capo delegazione dell’opposizione siriana: “Vogliamo sapere se in questa stanza abbiamo un interlocutore siriano disposto a trasformarsi: da delegato di Assad a delegato della nazione, come lo siamo noi. Chiedo a questa delegazione di siglare immediatamente l’accordo di Ginevra 1, alla presenza di tutti voi, in modo da poter cominciare a trasferire i poteri di Assad, inclusi quelli esecutivi, la gestione della sicurezza, delle forze armate e dell’intelligence. Vogliamo trasferirli a un governo di transizione che sarà la pietra fondante della nuova Siria”.
All’oppizione siriana e a Washington hanno risposto il ministro degli Esteri di Damasco, Walid al Moualem, e il titolare della diplomazia di Mosca.
Walid Al Moualem: “Una Siria indipendente farà tutto il necessario per difendersi, nei modi che considera più opportuni, senza tenere nella minima considerazione le dichiarazioni e i giudizi espressi da tanti. Queste decisioni spettano interamente alla Siria e tali rimarranno. Se siete davvero preoccupati per la situazione umanitaria e le condizioni di vita in Siria, lasciateci stare, smettete di infiltrare armi in Siria e di sostenere i terroristi”.
Sergey Lavrov, ministro degli Esteri russo: “Ogni tentativo esterno di imporre modelli o riforme sui paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, ogni esperimento di ingegneria sociale, sarà un passo indietro rispetto ai progressi effettuati e comprometterà il processo di modernizzazione politica ed economica. Non serve guardare lontano per trovare esempi concreti. Ancora una volta, sollecito ogni paese terzo alla stretta osservanza dei principi del diritto internazionale e al rispetto della sovranità dei popoli”.