Nessun passo indietro, nemmeno se volano gli schiaffi. Il premier turco Erdogan ha ribadito l’intenzione di andare avanti con una contestata riforma della giustizia che rafforzerebbe il controllo del potere politico sui magistrati.
La Commissione parlamentare ha approvato a maggioranza il disegno di legge, ma, per la terza volta consecutiva, il dibattito è degenerato in bagarre.
Già sabato, tra i parlametari era scoppiata una rissa, con pugni e lanci di oggetti, quando il principale partito di opposizione ha denunciato come incostituzionali le norme proposte.
In attesa che la riforma passi al vaglio dell’assemblea, il governo è contestato anche in piazza. Decine di migliaia di persone hanno manifestato ad Ankara contro il premier, accusato di voler legare le mani dei procuratori per difendersi dallo scandalo corruzione che rischia di travolgerlo.
Tre ministri sono già stati costretti alle dimissioni e una ventina di imprenditori e deputati del partito di maggioranza sono finiti agli arresti in un’inchiesta su appalti e tangenti.