Iraq, al Qaeda tenta la scalata al potere

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Bombardamenti e scontri a Falluja. In città cominciano a mancare i beni di prima necessità dopo due settimane di assedio. Le code per i rifornimenti di gas e combustibile sono sempre più lunghe, mentre si vocifera che l’attacco decisivo dell’esercito è imminente. E’ stato posticipato, ha dichiarato il ministro della Difesa, per evitare un bagno di sangue.

Il premier Nuri Al Maliki si è rivolto nuovamente alla popolazione:“Faccio appello ai residenti di Falluja e ai leader tribali perché si uniscano a noi e allontanino questi criminali. Falluja è stata teatro di scontri e distruzione molte altre volte. Non vogliamo che questa città soffra di nuovo. Non useremo la forza finché le tribù no saranno pronte a combattere Al Qaeda e a cacciarla”.

Tredicimila famiglie sono fuggite da Falluja a causa dei combattimenti. A dichiararlo, la Mezzaluna rossa. La maggior parte si sarebbero rifugiate in scuole, edifici pubblici o da parenti nei pressi della città di Kerbala.

Le violenze sono iniziate il 28 dicembre con l’arresto di un parlamentare sunnita e lo smantellamento a Ramadi di un campo di manifestanti anti-governativi sunniti. Per la prima volta dall’attacco americano del 2003 forze legate ad Al Qaeda prendono apertamente il controllo di aree uurbane in Iraq.

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