Ad Addis Abeba è l’ora dei colloqui per tentare di trovare una soluzione alla crisi in Sud Sudan. Le delegazioni di governo e ribelli sono in Etiopia dove l’Unione Africana spera si arrivi a un accordo per porre fine alle violenze in corso da metà dicembre nel Paese indipendente dal 2011.
La rappresentante speciale dell’ONU per il Sud Sudan ha denunciato violenze su base etnica compiute da entrambe le parti. “Abbiamo visto orribili atti di violenza nelle ultime due settimane”, ha detto Hilde Johnson. “Sono state commesse uccisioni e brutalità, gravi violazioni dei diritti umani ed efferatezze. Il Paese è al bivio, ma può ancora salvarsi da un’ulteriore escalation di violenza. Spetta ai leader di questo Paese e delle due parti”.
A metà dicembre due fazioni dell’esercito, quella legata al presidente Kiir e quella legata all’ex vicepresidente Machar e appartenenti a due etnie diverse, Dinka e Nuer, hanno cominciato a scontrarsi nella capitale Juba. Le violenze si sono estese a Bor, nell’est del Paese.
Il presidente Kiir accusa Machar di aver attizzato le violenze per impadronirsi del potere, dopo essere stato destituito a luglio. Gli scontri hanno provocato 180 mila sfollati.