Ucraina: il futuro della regione indistriale di Donbass tra Ue e Russia

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Nella regione di Donbass, cuore industriale e filo-russo dell’Ucraina, la posizione nei confronti dell’Europa è più aperta di quanto si pensi. Il settore siderurgico mostra i segni del tempo. Gli accordi siglati con la Russia danno un nuovo impulso all’industria, aumentando però la dipendenza da Mosca. Un operaio siderurgico.

“Penso che l’Ucraina debba avvicinarsi all’Europa ma non per questione di soldi. E comunque sarebbe meglio se fosse l’Europa a fare ill primo passo”.

Il centro di Donetsk fa ancora bella mostra dei simboli dell’era sovietica. Il 50% della produzione locale viene esportata in Russia. I nuovi accordi bilaterali aumenteranno gli scambi e gli investimenti nel paese. Il governatore di Donetsk interviene in russo. Andrey Shishatskiy:
“Nella regione il capitale russo è presente soprattutto attraverso le banche Sberbank e VneshEkonom. Oggi si assiste alla fuga di capitale europeo sostituito da quello russo”.

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Le manifestazioni filo-europee nel centro di Donetsk non hanno niente a che vedere con quelle di Kiev, eppure lo scetticismo nei confronti di un’accresciuta dipendenza dalla Russia è lo stesso. Un insegnate di storia è tra i manifestanti:

“La gente comincia a capire che quando l’Europa stava per staccacre un assegno da 19 miliardi di euro, era per attuare riforme concrete e per la modernizzazione. Invece i 15 miliardi che ci dà la Russia sono per la gente che vuole mantenere il sistema inalterato, ed è un sistema che si esaurisce in sé stesso”.

Ci sono forti pressioni per modernizzare le vecchie industrie del sud est ucraino. Però qui in molti rigettano gli alti costi sociali che le riforme in stile occidentale potrebbero apportare.

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