Una firma a Baku per liberarsi dal giogo della Russia in campo energetico. Davanti ad una platea composta da numerosi ministri degli esteri europei, tra cui l’italiana Emma Bonino, i rappresentanti del consorzio di Shah Deniz II hanno firmato la decisione finale di investimento.
Via libera da parte della francese Total, della norvegese Statoil, della britannica BP e del monopolista azero Socar, allo sfruttamento del giacimento di metano sul Mar Caspio meridionale.
Un traguardo salutato con soddisfazione da Bruxelles, che, senza citare Mosca, parla di “diversificazione delle forniture energetiche”.
“L’Azerbaigian avrà accesso diretto al mercato europeo”, spiegano dal centro per lo sviluppo economico azero. “Nel primo anno, sarà in grado di esportare più di 10 miliardi di metri cubici di gas naturale nel mercato europeo”.
Luce verde è arrivata in contemporanea anche alla realizzazione dei gasdotti che dal 2019 trasporteranno il combustibile. L’ultima costola del progetto, la TAP (acronimo di “Trans-Adriatic Pipeline”) passerà da Grecia e Albania per sbucare direttamente sulle coste italiane.
Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente azero Aliyev, che ha parlato di una ridefinizione dello scacchiere energetico, anche se già si registra una parziale defezione, con la riduzione della quota da parte di Statoil.