Nella preghiera del venerdì all’Università di Teheran, l’imam mette in guardia gli iraniani dal non farsi ingannare dalle potenze occidentali.
Si riferisce, ovviamente, ai negoziati di Ginevra sul programma nucleare con i Paesi del 5+1.
Anche all’esterno della sala di preghiera, i fedeli non credono che l’Occidente rispetterà le regole.
“Un accordo finale può essere possibile, a condizione che l’Occidente rispetti gli impegni – sostiene un abitante della capitale – senza dire una cosa durante i negoziati per poi farne un’altra”.
“Il nostro ministro degli Esteri Zarif dice che questi negoziati finiranno con una vittoria per tutti o con una sconfitta per tutti”, dice un anziano credente musulmano.
La perplessità dei conservatori, si scontrano con gli auspici della classe media: “Alcuni escono dalla moschea con una sola opinione – spiega Olaf Bruns, giornalista di euronews – quelli che entrano nei negozi, forse, ne hanno un’altra”.
L’ottimismo di qualche giorno fa, in merito ad un’intesa sul programma nucleare, aveva illuso i commercianti. Ma il responsabile di questo negozio di tv e elettrodomestici spiega che le vendite sono ferme.
“La maggior parte della clientela attende un crollo importante dei prezzi”, dice Mohammad Ghafouri, titolare del negozio.
La sospensione di qualche sanzione non offre, al momento, un vero sollievo all’economia. L’Iran ha ancora la quarta inflazione più alta al mondo e per un dollaro occorrono 30mila rial.