Il mondo guarda al Sudafrica e consegna Nelson Mandela alla storia. Dal Congo agli Stati Uniti, dal Kenya alla Francia, si sono susseguono i messaggi di cordoglio. La sua gente celebra il leader che, vittorioso, scelse la riconciliazione, non la vendetta.
“Abbiamo perso un leader mondiale e invito i politici africani ad emulare il compianto Nelson Mandela – dice un abitante di Nairobi – anche se è difficile trovare qualcuno che sia appena paragonabile a Nelson Mandela”.
Icona di un intero continente, Madiba rappresenta tutte le persone che in ogni parte del mondo stanno lottando per la libertà.
“Non cercò di vendicarsi nonostante tutto il tempo trascorso in carcere. Fu una lezione per i bianchi, un esempio di non-segregazione – spiega un religioso di Kinshasa – Per lui non c’era differenza tra bianchi e neri, tutti appartenevano alla razza umana”.
Parigi saluta il leader della lotta all’apartheid con una gigantografia davanti alla facciata del Quai d’Orsay e di fronte all’ambasciata sudafricana c‘è chi non trattiene l’emozione:
“È importante ricordare che grazie a Mandela, oggi in Sudafrica, bianchi e neri possono passeggiare in strada insieme senza essere fermati dalla polizia”, dice in lacrime una giovane abitante della capitale francese.
‘Nelson Mandela ha cambiato il nostro mondo’ è la scritta che campeggia sull’insegna luminosa dell’Apollo Theater di Harlem, tempio della musica nera a New York.
“È il simbolo di un grande valore, prestigioso direi, per quanto mi riguarda come afroamericano – sostiene Troy Gibson, abitante di New York – Tutti lottiamo per qualcosa, ma quello che lui ha passato deve servire da insegnamento. Ha insegnato a persone tanto diverse ad essere mentalmente forti”.
È stato un leader leggendario, scrive, questo venerdì, il New York Times.