“Il primo ministro tailandese Yingluck Shinawatra ha tempo fino a martedì per dare le dimissioni, poi una commissione deve dar vita a una riforma costituzionale”. È l’ultimatum del leader dell’opposizione Suthep Thaugsuban dopo l’incontro con la premier.
Questo mentre qualche migliaio di manifestanti stamattina hanno cercato di entrare nel palazzo del governo. A Bangkok l’amosfera è surreale. Gli scontri sono solo nel centro e attorno ai palazzi del governo, mentre nel resto della città la vita scorre quasi normale. L’esercito si è limitato a reagire con lacrimogeni e questo ha evitato che il conto dei morti, quattro nel finesettimana, fosse più pesante.
Una posizione attendista che ha spinto la stessa Shinawatra, sorella del deposto expremier oggi in esilio, Taksim, ad affermare che le forze armate, che hanno partecipato agli incontri del weekend, assieme all’opposizione, non useranno la forza contro i manifestanti se non per difendersi. Del resto l’economia tailandese ristagna mentre cresce il malcontento popolare per l’influenza del clan Shinawatra nella vita del paese. La magistratura sta indagando sull’attuale premier a capo, secondo le accuse di un vero e proprio sistema criminale e corruttivo. Se non fosse la piazza a far cadere Yingluck, prima donna premier nella storia della Thailandia, potrebbe farlo la giustizia.