Ventisette morti, 235 feriti stando al bilancio fornito dal Primo Ministro libico in prima serata, poi aggiornato da altre fonti che hanno portato i decessi a più di trenta: a Tripoli è stata una strage, e c‘è il rischio che non sia finita. In serata si sentivano ancorta degli spari.
Gli ospedali nella capitale libica per ore hanno visto affluire i feriti, dopo gli scontri nella periferia della capitale, in un quartiere dove spadroneggia una milizia armata venuta tre anni fa da Misurata per cacciare Gheddafi e mai ripartita.
“Guardate, questo è il sangue dei libici – diceva nelle prime fasi degli scontri un manifestante -: e io dico al Congresso Nazionale, al Governo, siete dei traditori. Dov‘è l’esercito? Dov‘è la polizia?”
Dopo le preghiere del venerdì, alcune centinaia di manifestanti si erano dirette verso il quartier generale della milizia, per chiedere che lasciasse finalmente la capitale, come era stato più volte chiesto da tutte le autorità. Quasi subito si sono sentiti gli spari: prima in aria, poi sulla folla. I manifestanti sono fuggiti, è stato il caos. Poi però alcuni sono tornati, questa volte armati, e hanno tentato di dare l’assalto alla sede della milizia. In serata il premier ordinava: fuori tutte le milizie da Tripoli. Con quale effetto, ancora non si sa.