L’Armata siriana libera, il principale tra i gruppi ribelli, ha raccolto il “sì” espresso lunedì dalla Coalizione nazionale siriana, l’opposizione in esilio, alla partecipazione a Ginevra 2.
Ma ha posto delle condizioni irricevibili per il regime di Bashar al Assad: che i colloqui definiscano un percorso che porti alle dimissioni del presidente e che venga formato immediatamente un governo transitorio.
Quello verso la conferenza svizzera, ancora senza data, resta un tracciato accidentato. Assad stesso ha chiarito che a Ginevra il regime non andrà per rassegnarsi alla fine del suo potere. Non esclude, invece, di candidarsi di nuovo alle presidenziali, nel 2014.
E, a Damasco e dintorni, si continua a combattere. Il governo sostiene che due colpi di mortaio, lanciati dai ribelli nella giornata di lunedì, hanno colpito un edificio scolastico e uno scuolabus in un quartiere cristiano. Sedici bambini sono rimasti feriti.
Gli attivisti anti-regime denunciano, per contro, una serie di raid aerei con bombe incendiarie, compiuti in diverse aree del Paese.