In quarantanni hanno inquinato mare e terrra tanto da costituire quasi un continente alla deriva. Ora Bruxelles dichiara guerra ai sacchetti di plastica: gli stati europei dovranno scegliere se imporre delle tasse, vietarli del tutto o fissare degli obiettivi per ridurre il consumo.
Tra le alternative possibili ci sono le buste riutilizzabii in plastica o in tela, e i sacchetti in plastica vegetabile biodegrabile. Spiega François de Bie, un lobbista di European Bioplastics: “Quel che proponiamo è che ci sia un’esenzione per le buste biodegradabili, perché questi sacchi sono piu’ eco-sostenibili ed contribuiscono ad educare il consumatore spingendolo ad utilizzare la busta di plastica come una risorsa e non come un rifiuto”
La Commissione europea tuttavia non considera il biodegradabile come una soluzione al problema inquinamento nel lungo termine. Sottolinea il Commissario all’ambiente Janez Potocnik: “La plastica biodegradabile si dissolve in un periodo ragionevole se trattata in determinate condizioni, come i siti industriali per il trattamento dei rifiuti biologici o i siti industriali di compostaggio, quindi non costituisce un’alternativa al problema della spazzatura”
L’Italia è all’avanguardia, ha messo al bando dal 2011 le buste mono uso non biodegradabili. Ma a livello europeo solo dodici paesi hanno legiferato contro l’inquinamento da busta di plastica.