Low-cost ma, quest’anno, anche “low-profit”. Per la seconda volta in pochi mesi Ryanair accende la spia d’allarme sull’utile netto previsto per il secondo semestre.
Stavolta la forbice è stata fissata tra i 500 e i 520 milioni di euro, in picchiata rispetto ai 569 dell’anno scorso. Il totale annuale potrebbe così segnare il primo calo dei profitti da cinque anni a questa parte, una turbolenza che gli irlandesi imputano alla spietata concorrenza nelle tariffe.
Certo, la compagnia guidata da Michael O’Leary a settembre ha promesso di cambiare la cultura “spartana” (per usare un eufemismo) che la caratterizza. Abbassando, ad esempio, il costo per i bagagli e allocando tutti i passeggeri per evitare le resse al check-in.
Ma i cambi di rotta, dicono i vertici, non si fanno dall’oggi al domani e le novità non riusciranno a risollevare la compagnia già da quest’anno.