http://www.pupia.tv - San Cipriano d'Aversa (Caserta). 14 persone sono state arrestate, all'alba di martedì, dai carabinieri del nucleo operativo di Casal di Principe, per aver fatto parte della rete di fiancheggiatori che coprì la latitanza del boss Nicola Panaro. Le accuse, formulate dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sono di procurata inosservanza di pena, di intestazione fittizia di beni aggravata, di alterazione di documenti d'identità aggravata - tutti con l'aggravante per aver favorito una organizzazione camorristica - e di ricettazione. Numerosi gli indagati, ai quali sono stati notificati avvisi di garanzia. Eseguiti, dai militari della Guardia di Finanza di Aversa, anche numerosi sequestri di beni immobili, quote societarie, terreni, autovetture e motoveicoli riconducibili agli indagati.
Le indagini, avviate a seguito della cattura, eseguita dai carabinieri il 14 aprile 2010, di Nicola Panaro, allora esponente di vertice dell'organizzazione della fazione Schiavone del clan dei casalesi, hanno permesso di individuare una fitta rete di fiancheggiatori, grazie ad una consistente attività di intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione e pedinamento, escussione di collaboratori di giustizia, accertamenti patrimoniali e analisi della numerosa documentazione, cartacea e informatica, sequestrata in occasione dell'arresto del latitante. La rete era composta, oltre che dai familiari del latitante, da persone ritenute insospettabili in quanto completamente estranee a contesti criminali.
Tra gli arrestati un dipendente dell'Ufficio Anagrafe del Comune di San Cipriano d'Aversa, Raffaele Serao, accusato di avere rilasciato carte d'identità contraffatte, riportanti le foto di Panaro e della moglie con i dati anagrafici del fratello e della cognata dello stesso impiegato. Grazie all'assistenza continua assicuratagli dalla rete di fiancheggiatoti, nei sette anni di latitanza Panaro riusciva agevolmente a muoversi