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Dove non arriva lo stato arrivano i tombaroli. Curioso è il caso del sito archeologico di Giunone Sospita (la salvatrice) nei pressi del comune di Lanuvio, ai Castelli Romani. Il sito era infatti finora sconosciuto ai mappali della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio ma non ai tombaroli che hanno fatto il “prezioso” lavoro di archeologi e studiosi. I ladri di tombe infatti hanno portato alla luce monete, strutture di edifici di età romana, 5 elementi architettonici in marmo e oltre 24mila frammenti di terracotta, il tutto grazie ad una attrezzatura d’avanguardia utilizzata per lo scavo clandestino, ovvero metal detector, apparecchi ricetrasmittenti, vanghe e badili